Ascensori

Gli ascensori sono soggetti alla direttiva del 1999 promulgata dalla Comunità Europea. Gli impianti devono cioè avere dimensioni e caratteristiche di sicurezza specifiche. Disposizioni e leggi cambiano a seconda della collocazione negli interni e negli esterni e a seconda della destinazione d’uso (ascensori normali e ascensori per disabili).

Ascensori: tipologie

In commercio sono disponibili ascensori con funzionamento oledinamico oppure con funzionamento elettrico. I primi si muovono per azione di un pistone idraulico collegato ad una centralina dell’olio, mentre i secondi si muovono tramite un argano e un sistema di funi. La principale differenza tra i due impianti è nella velocità. Gli ascensori elettrici sono più veloci e, di conseguenza, sono più adatti all’installazione in uffici, banche, ospedali e alberghi.

Gli impianti elettrici di ultima generazione, inoltre, sono dotati di macchine MRL (Machine Room Less). Sono cioè ascensori senza locale macchina e funzionano grazie all’azione di un motore con riduttore gearless. Si tratta di impianti adatti ad un traffico intenso, veloci, precisi, silenziosi e con un notevole comfort di marcia.

Per chi ha problemi di spazio sono in vendita invece i miniascensori, vale a dire gli ascensori di dimensioni ridotte. A differenza degli impianti standard, si possono installare in immobili con una disponibilità di spazio inferiore. Dimensioni più piccole non corrispondono però a velocità più basse, in quanto i miniascensori coprono il percorso con velocità pari a 0,15 metri al secondo. Il vantaggio dei miniascensori è anche nel ridotto consumo di energia elettrica. Per il loro funzionamento, infatti, è possibile utilizzare la normale corrente casalinga pari a 230V-monofase.

Ascensori: prezzi

I prezzi degli ascensori variano molto in base a dimensioni e modelli. I miniascensori, per esempio, hanno un costo inferiore rispetto a quello degli impianti di dimensioni standard. Un miniascensore può avere un prezzo che oscilla tra i 4 mila e gli 8 mila euro, mentre un ascensore ha un prezzo medio compreso tra i 10 mila e i 13 mila euro.

Esiste una discreta differenza di prezzo anche tra gli ascensori oleodinamici e quelli elettrici. In linea di massima gli ascensori oleodinamici costano meno. Il prezzo inferiore dipende da una serie di fattori: numero inferiore di elementi realizzati in serie, maggiore facilità di montaggio, tempi di installazione più ridotti, costi di manodopera più contenuti e manutenzione ordinaria meno costosa. Si può cioè affermare che un ascensore oledinamico ha un prezzo inferiore sia al momento dell’acquisto che nel periodo di gestione successivo. Ovviamente, la scelta dipende anche dalla destinazione d’uso dell’impianto.

L’ascensore elettrico è mediamente più caro ma è anche più veloce. Non solo, gli oleodinamici sono caratterizzati da una assenza di contrappeso che impone una corrente di spunto più elevata. Questo significa che i costi in bolletta sono superiori rispetto a quelli di un ascensore elettrico.

Normative, installazione e manutenzione ascensori

Gli ascensori e i relativi componenti possono essere installati solo quando sono dotati di marcatura CE. La messa in esercizio dell’ascensore è subordinata alla consegna di una comunicazione del proprietario o del rappresentante legale presso il comune in cui sorge l’immobile con l’impianto. La comunicazione deve avvenire 10 giorni prima della dichiarazione di conformità dell’impianto. A sua volta, il comune assegna all’ascensore un numero di matricola che comunica al proprietario e al tecnico che si occuperà delle verifiche periodiche.

Il proprietario dello stabile è tenuto per legge ad effettuare manutenzioni costanti per garantire il buon funzionamento dell’ascensore. La manutenzione degli ascensori va eseguita ogni sei mesi e include una serie di controlli sul funzionamento dei dispositivi meccanici, elettrici ed idraulici e sullo stato di conservazione delle funi e delle catene.

La legge impone anche delle verifiche obbligatorie da effettuare con cadenza biennale. Se l’esito della verifica non è positivo, il tecnico incaricato invia il verbale all’ufficio comunale competente che, a sua volta, decide le misure da adottare. Solitamente, il comune dispone il fermo dell’impianto fino alla data di attuazione della verifica straordinaria durante la quale si provvede alla sistemazione dei guasti. Se l’esito della verifica straordinaria è favorevole, l’impianto viene messo nuovamente in funzione.

Ascensori per disabili

La legge italiana prevede che gli ascensori per disabili abbiano delle dimensioni standard in modo da favorire l’ingresso in cabina di utilizzatori in carrozzella. Le dimensioni variano a seconda che l’ascensore venga installato in un immobile di nuova o di vecchia costruzione. Negli immobili nuovi, la cabina deve avere una profondità di 130 centimetri e una larghezza di 95 centimetri, mentre negli immobili vecchi la cabina deve avere una profondità di 120 centimetri e una larghezza di 80 centimetri. Sono indispensabili inoltre tutti i dispositivi di sicurezza in caso di guasto (mancata apertura delle porte, interruzione improvvisa della corsa) o in caso di assenza momentanea della corrente elettrica. La legge inoltre incentiva l’installazione degli ascensori per i disabili con la concessione di sgravi fiscali, previsti dalla legge 220 del 2012.

Piattaforme elevatrici

Le piattaforme elevatrici vengono installate negli immobili in cui è necessario superare un dislivello di 2/3 metri e non esistono elementi di raccordo come le scale. Le piattaforme hanno dimensioni inferiori rispetto agli ascensori e creano un minor ingombro. I modelli più recenti, infatti, non necessitano neppure di un locale macchina. La centralina e il motore si trovano cioè in un vano posizionato accanto all’impianto. Per l’installazione è necessaria la licenza di impianto rilasciata dal comune in cui sorge l’immobile. Non è necessario invece il potenziamento dell’impianto elettrico casalingo, in quanto le piattaforme elevatrici assorbono una potenza massima corrispondente a 1,5 KW monofase.

Montavivande

I montavivande rientrano nella categoria impianti di sollevamento ma servono solo per il trasporto di cibo e bibite da un piano all’altro. Hanno una capacità di carico che va dai 12 chilogrammi fino ad un massimo di 300/500 chilogrammi nel caso dei modelli più grandi. Il funzionamento è elettrico, con una porta a ghigliottina a scorrimento verticale. La porta viene chiusa dall’operatore una volta che ha inserito il cibo e le bibite da trasportare. La velocità di movimentazione è variabile e dipende molto anche dal peso trasportato. In media, si va da montavivande con una velocità di 0,6 metri al secondo a montavivande con una velocità di 0,35 metri al secondo.